[Suggerimento musicale per la lettura: Deep Purple_Smoke on the water]
«We all came out to Montreux on the Lake Geneva shoreline
to make records with a mobile - We didn't have much time Frank Zappa
& the Mothers were at the best place around. But some stupid with a
flare gun burned the place to the ground Smoke on the water, fire in the
sky»_Deep Purple_
Montreux.
Una località di villeggiatura sul lago
Lemano che attira, da sempre, mucchi di artisti. Deve avere qualcosa di
speciale, che facilita l’ispirazione o cose così.
Sono andata a verificare di persona.
Appena ci si avvicina con la macchina
passando su un alto viadotto, il paesaggio è da togliere il fiato.
Le prealpi si specchiano sulle acque
vibranti e fiori multicolori a profusione si lanciano dalle finestre di
qualsiasi abitazione, grande o piccola che sia.
A place du Marché, di fronte al mercato
coperto, la prima cosa che mi colpisce è una statua di Freddie Mercury, alta
circa 3 metri, rivolta verso il lago.
Statua di Freddie Mercury a Montreux |
A pochi metri, ragazzi che fanno i tuffi e
coppie che mangiano il gelato.
Ma cosa diavolo ci fa lì quella statua?
La risposta è semplice: “We all came out
to Montreux on the Lake Geneva shoreline”.
È qui, ai Mountain Studios del Montreux
Casino che i Queen incisero i loro album.
Il leggendario studio di proprietà della
band dal 1979 al 1991, usato anche da Prince, dai Rolling Stones e da David
Bowie.
Scopro che Freddie aveva comprato un
appartamento in città e uno chalet nei dintorni, e che tuttora a settembre c’è
un festival di musica rock, il Freddie Mercury Memorial della durata di tre
giorni.
Deep Purple |
Nel 1971 i Deep Purple erano qui per
incidere un album (me li immagino farsi il bagno sbronzi e strafatti tra gli
sguardi atterriti delle signore con annesse carrozzine al seguito), quando nel
casinò scoppiò un incendio.
Durante una esibizione di Frank Zappa.
Panico. Gente disperata scappava via
urlando mentre una bianca nube di fumo si allargava sulla città.
Loro, i Deep Purple, stavano passeggiando
su questo stesso lungolago, e rimasero impressionati dalle forme del fumo su
queste acque scure e buttarono giù, sul momento, un paio di strofe.
Il resto è
storia della musica.
Montreux |
L’incipit di Smoke on the water.
L’intuizione creativa si nutre del caso,
si sa.
Giusto per non farci mancare niente,
sempre sul lungolago, c’è un busto di Miles Davis.
Montreux è carina, niente di eccezionale.
La parte vecchia è sul colle: il centro storico che ognuno si aspetta di trovare
in una cittadina come questa. La gente si fa il bagno, nessuno schiamazzo,
uccellini che quasi vengono a rubarti il gelato dalle mani.
Sul lungolago c’è una passeggiata fiorita
bellissima che porta al meraviglioso castello di Chillon e questa è la mia
seconda meta.
Il castello di Chillon |
Un gioiello. Davvero.
Particolare uno dei cortili interni-Chillon |
Risalente al XIII secolo.
Costruito dalla dinastia Savoia come
simbolo del loro potere su queste terre, molto prima di espandersi verso la
penisola italiana.
Tenuto benissimo, dalla torre alle camere
affrescate, con tanto di mobilio medievale in legno e armature d'epoca.
Camera da letto-Chillon |
Interni-castello di Chillon |
La stanza per il tempo libero delle dame |
Gigantesco camino medievale con le insegne dei Savoia (avrebbero potuto arrostirmi per intero) |
Oltre alle segrete gotiche mi hanno
colpito le latrine (sì, proprio quelle), con pertugio ligneo affacciante dritto
sul lago.
Latrine in una stanza sospesa sul lago-Chillon |
Un vento gelido proviene dal basso e lo
sciabordio delle onde sulla roccia rimbomba nella stanza in modo assordante.
Non riesco a immaginare come possa
essere espletare i propri bisogni qui,
d'inverno. Con la neve.
Nel 1816 lord Byron, insieme a Percy
Bysshe Shelley, stava facendo una traversata in barca del lago quando fu
colpito dall’architettura del Castello e decise di fermarsi a visitarlo.
Lord Byron |
Anche lui fu impressionato dai sotterrai
di questo magnifico castello e soprattutto dalla storia di François de
Bonivard, un monaco e politico ginevrino anti Savoia che vi fu imprigionato dal
1530 al 1536.
Sulla sua storia scrisse Il prigioniero di
Chillon.
Dal nome del castello, appunto.
Le prigioni-Chillon |
Firma di Byron sulla colonna a cui legarono de Bonivard |
All’epoca, evidentemente, il vandalismo
non era multato.
Il castello di Chillon-entrata |
Nel 1762 Jean-Jacques Rousseau ambientò
sempre nel castello una scena del romanzo Nouvelle Héloïse e sempre il castello
è presente nel racconto Daisy Miller di Henry James, del 1878. Nei suoi diari,
pare ne rimanesse fortemente impressionato anche Victor Hugo.
E ancora Alexandre Dumas, Vladimir
Vladimirovič Nabokov (che ha una statua anche lui a Montreux, dove è sepolto) e
Rainer Maria Rilke vissero e scrissero a Montreux.
I pittori William Turner e Gustave
Courbert, nonché Eugene Delacroix dipinsero il castello sulle loro tele,
quest’ultimo immortalando l’immagine eterna del sopracitato prigioniero.
Eugene Delacroix-Il prigioniero di Chillon |
Infine, un po’ a malincuore, vado via da
questo piccolo paese magico.
Il viaggio di un’oretta in macchina ne è
valso la pena. Non so perché fosse così alta la concentrazione di artisti, però
mentre mi dirigevo al parcheggio ho pensato che mi sarebbe piaciuto trascorrere
un paio di settimane qui.
Il lago pulito, il paesaggio mozzafiato,
il lungolago su cui prendere un aperitivo al calar della sera. Una panacea per
lo stress della vita moderna.
Forse era questo che cercavano, tutti
loro. Calma e suggestioni, riposo e intuizioni.
E tutti, ma proprio tutti, in effetti ne
ebbero parecchie dell’ una e delle altre.
Arrivederci Montreux. Non addio, solo arrivederci.